Lo spazio rappresenta una frontiera quasi irraggiungibile nell’immaginario comune, eppure esiste un microcosmo di micro, piccole e medie imprese, sparse su tutto il territorio nazionale, che riescono a conseguire lodevoli risultati e successi, e scrivono il proprio nome nella rivoluzione dello spazio aperto. Penso alle varie realtà che costellano i distretti industriali lombardi, piemontesi, emiliani, ma anche laziali, campani, pugliesi e siciliani: il Sud Italia regala al comparto aerospaziale gioielli imprenditoriali ad alto tasso innovativo che riescono ad affermarsi a livello internazionale.
L’industria aerospaziale italiana si raccoglie in maniera ordinata ed organizzata in distretti territoriali localizzati, dove aziende, spin-off universitari e centri di ricerca trovano delle eccellenti sinergie in consorzi di sviluppo dove le attività scientifiche si coniugano alla produzione e alla disseminazione di conoscenza e istruzione, in un circolo virtuoso che genera la nascita di professionalità altamente richieste, con ricadute estremamente positive sul territorio.
Il fiore all’occhiello dell’innovazione italiana, portata avanti da Leonardo ed altre grandi realtà dal profilo globale, poggia le proprie basi su una capillarità territoriale fondata su questi rapporti estremamente preziosi per la generazione di ricchezza e sviluppo tecnologico in tutto il territorio italiano. Ed è così che oggi anche la microimpresa nel cuore della Campania porta la sua eccellenza sulla Luna e anche oltre.
Ho avuto modo di scoprire e rapportarmi con alcune realtà d’eccellenza presenti nel mio territorio, come la società consortile ALI, con sede a Napoli, dove aziende, università, centri di ricerca e istituzioni lavorano gomito a gomito per promuovere l’eccellenza regionale nel settore, e diffonderla in tutto il mondo sotto l’orgoglioso vessillo del Made in Italy.
Investire nei settori ad alto tasso innovativo, incentivare la crescita di questi comparti tecnologici è tutt’altro che improduttivo. Oggi, il vantaggio competitivo in un mercato altamente globalizzato e dinamico si ottiene soltanto puntando allo sviluppo di settori ad alto tasso di specializzazione, dove il prodotto finale è difficilmente replicabile. Il nostro Paese deve lavorare nell’ottica di incentivare i settori produttivi nei quali può fare la differenza ed essere difficilmente sostituibile, così da creare un’industria con basi solide e resilienti agli andamenti altalenanti dell’economia. Anche in presenza di situazioni di stagnazione o recessione, i settori tecnologici hanno dimostrato di resistere, anzi di riuscire addirittura a crescere quando altri comparti hanno accusato fortemente i colpi della crisi.
In questo senso, dare incentivo all’industria aerospaziale italiana può aumentare la solidità del nostro PIL, e contribuire gradualmente allo sviluppo economico-industriale e scientifico-culturale di ogni angolo del Paese. I nostri giovani, così, avrebbero un incentivo per contribuire alla rinascita economica del proprio territorio, garantendosi un futuro prossimo a casa, senza la necessità di espatriare per cercare fortuna e stabilità.